domenica, febbraio 28, 2016

L'Italia tra i primi dieci paesi più ignoranti al mondo?

Qualche settimana fa un amico ha condiviso su FB questo titolo di articolo: "Italia nella top ten dei Paesi più ignoranti al mondo".
Che significa? - mi sono chiesto. Può essere credibile un titolo che ci posiziona tra i dieci paesi più "ignoranti" al mondo? È possibile che siamo risultati "più ignoranti" anche dei paesi il cui tasso di analfabetismo è superiore al 50%? Sono andato a leggere l'articolo ed ecco che ho trovato:
"E il Bel Paese è entrato nella top ten. Questo quanto emerge dal report pubblicato dall'istituto di ricerca Ipsos Mori, che prendendo in considerazione alcuni fattori come l'obesità, l'ineguaglianza sociale e l'immigrazione, attraverso 25mila interviste fatte in 28 paesi, ha constatato come in merito a queste problematiche la popolazione abbia una percezione reale oppure estremamente falsata."
Un capolavoro di confusione!


Leggendo il titolo uno che è indotto a pensare? Forse che in un’indagine sulle conoscenze in varie discipline scolastiche effettuata sulla popolazione di tutti i paesi del mondo l’Italia sia risultata tra gli ultimi 10 paesi?
Invece i paesi in esame sono 28, o forse dovremmo dire i G28. E poi uno si chiede: ma che c’entrano l'obesità, l'ineguaglianza sociale e l'immigrazione con l’ignoranza? Ecco, se uno riesce a risalire alla fonte, cosa un po’ ardua perché quel quotidiano nazionale si guarda bene dal citarla, pare che la ricerca volesse misurare la percezione di alcuni fatti del presente da parte delle popolazioni di quei 28 paesi e fra questi fatti: immigrazione, ineguaglianza e obesità.

Dal punto di vista del titolo fanno meglio altri due quotidiani: «I 10 "paesi più ignoranti del mondo": anche l'Italia in classifica per percezione sbagliata del pericolo»; «I paesi più "ignoranti" del mondo su migranti e obesità: l'Italia è nella top ten». Ma non è molto meglio, ad esempio, il titolo dell’Indipendent: «The world's most ignorant countries revealed». Ma allora è solo ignoranza numerica dei giornalisti italiani a produrre questi svarioni o c’è dell’altro?
Quello che personalmente leggo in questa confusione tra titoli, contenuto degli articoli e dati sono tre aspetti:

1. Sì, forse un po’ c’è anche la nota incompetenza numerica (solo italiana?) di alcuni giornalisti.
2. Ma c'è anche la nota tendenza (non solo italiana!) di scrivere titoli che, anche se fuorvianti, catturino il lettore. (Vedi titolo dell’Indipendent)
3. Una tendenza masochistica tutta italiana di godere nel vedere il proprio paese nelle liste dei cattivi.

Tema e conclusioni simili si possono osservare anche nell'ambito quest'altra notizia di un paio di settimane fa: Ocse, è un «analfabeta matematico» un ragazzo italiano su quattro.

Un'interessante discussione su questo tema la potete trovare nella puntata del 11/02/2016 di Tutta la città ne parla.

Ho trovato particolarmente interessante la posizione del matematico Carlo Sbordone. Sbordone cerca di andare un po' oltre e, contestualizzando quei dati, mostra anche di conoscere bene la psicologia collettiva predominante nel nostro paese.
Chissà perché - si chiede Sbordone (intorno al minuto 23 della puntata) - le notizie che danno l'Italia agli ultimi posti hanno sempre molto più successo di quelle che la danno ai primi posti? Come, ad esempio, quando uno studente italiano, Francesco Sala, si classifica ai primi posti delle Olimpiadi della matematica vincendo la medaglia d'oro.
Intorno al minuto 30 c'è anche la testimonianza di Luca Macchiaroli, studente del liceo scientifico 'Mercalli' di Napoli e finalista delle olimpiadi mondiali di matematica.

Per chi fosse interessato ecco le diapositive dello studio di Ipsos MORI sulla percezione di alcuni fatti del presente del proprio paese.

sabato, febbraio 27, 2016

The Danish Girl

Ieri sera abbiamo visto The Danish Girl.
Ne consiglio la visione. Ma attenzione! Potrebbe inquietare animi troppo, troppo poco, o cripto- sensibili. Bravissimo Eddie Redmayne nell'interpretazione di Lili Elbe/Einar Wegener.

giovedì, febbraio 25, 2016

Pillole di una vita da emigrante

Cerchietto d'argento infilzato nella parte alta dell'orecchio destro e forse un po' più giovane di me, la Oberdottoressa si è presentata con un atteggiamento e un modo di comunicare piuttosto ruvido e distanziato.
- Eccone un'altra - ho pensato. - Ma almeno, rispetto al giovane dottore di un mese e mezzo fa, lei mostra precisione e competenza.

Poi quando le ho detto che avrei preferito parlare in inglese il suo atteggiamento è cambiato ed è diventata più gentile. Sempre distanziata ma un po' più gentile.
Ho avuto l'impressione che in quel momento il pensiero della Oberdottoressa mi abbia inconsciamente promosso da immigrato di serie B a immigrato di serie B+.
Magari mi sbaglio. Potrebbe anche essere che la mia percezione delle due lingue sia diversa e/o che la Oberdottoressa si sentisse un po' più in difficoltà a parlare una lingua non sua.

martedì, febbraio 23, 2016

Una fune sull'abisso: colpa, pena, rieducazione

"Mai un uomo è interamente santo o interamente peccatore. Sembra così perché noi siamo soggetti all'illusione che il tempo sia qualcosa di reale. Il tempo non è reale, Govinda. E se il tempo non è reale, allora anche la discontinuità che sembra esservi tra il mondo e l'eternità, tra il male e il bene, è un'illusione".
"Ma come?" chiese Govinda ansiosamente.
"Ascolta, caro, ascolta bene! Il peccatore ch'io sono e che tu sei è peccatore, sì, ma un giorno sarà di nuovo Brahma, un giorno raggiungerà il nirvana, sarà Buddha. E ora vedi: questo "un giorno" è illusione, è soltanto un modo di dire! Il peccatore non è in cammino per diventare Buddha, non è coinvolto in un processo di sviluppo, sebbene il nostro pensiero non sappia rappresentarsi le cose diversamente. Il peccatore è oggi stesso, già, il futuro Buddha, il suo avvenire è già tutto presente. Il mondo non è imperfetto o impegnato in una lunga via verso la perfezione: no, è perfetto in ogni istante, ogni peccato porta in sè la grazia [...] Ho appreso, nell'anima e nel corpo, che avevo molto bisogno del peccato, avevo bisogno della voluttà, dell'ambizione, della vanità, e avevo bisogno della più ignominiosa disperazione, per imparare la rinuncia a resistere, per imparare ad amare il mondo, per smettere di confrontarlo con un certo mondo immaginato, desiderato da me, con una specie di perfezione da me escogitata, ma per lasciarlo, invece, così com'è, e amarlo e appartenergli con gioia".


Consiglio l'ascolto di questa puntata di Uomini e Profeti in cui Elvio Fassone parla della sua esperienza, raccontata nel libro Fine pena: ora, di giudice impegnato in una corrispondenza durata ventisei anni tra un ergastolano da lui condannato.


venerdì, febbraio 19, 2016

O Germania

Oggi che la Germania
Non è più il mostro accucciato
Che ho conosciuto nell’infanzia,
Oggi che è tornata arrogante
E la sua
Meticolosità nell’efficienza
Mi appare per quel che è
– Nevrosi da obbedienza –
Io le ripeto: quieta, zitta, a cuccia
Già hai dato il meglio, non strafare.

giovedì, febbraio 18, 2016

Dialogo sull'evoluzionismo tra uno scienziato e una spiritualista new age: chi vincerà?

Trovo esilarante e anche un po' educativa questa sotto-storia di una puntata di Friends in cui Phoebe Buffay, la svampita con approccio alla vita di stampo spiritualista/new age, discute di evoluzionismo con lo scienziato paleontologo Ross Geller.

"Cos'è questo irrefrenabile bisogno di costringere tutti a pesarla come te?" - dice la stravagante Phoebe.

Chi vincerà la singolar tenzone? La svagata spiritualista o il preparatissimo e razionalissimo Ross?

Per chi la comprende la versione in inglese è molto più efficace e divertente.


Ma c'è anche quella in italiano.

lunedì, febbraio 15, 2016

Carnevale della Matematica #94 - Matematica e Sesso

L'edizione di febbraio del Carnevale della Matematica, la numero 94, è ospitata da Rudi Matematici e il tema è "Matematica e Sesso"
Io ho contribuito con la cellula melodica "stavolta tenebrosa e tritonale"


E con un articoletto così introdotto:

... anche perché siamo famosi per fare pasticci. Ecco, ci siamo infatti quasi persi anche il contributo di Dioniso, che ci scrive:
Sperimentazione animale: dove ha senso opporsi? (alcuni numeri) - Come funzionerebbe il mondo se non si utilizzassero più gli animali e i prodotti da essi derivati? E soprattutto: è possibile pensare a una ricerca medica senza l'uso di animali? E quali ne sarebbero le conseguenze? Gli animali che vengono utilizzati per essere consumati come cibo sono circa il 98% del totale. Contro un dato di circa il zero lo 0,3% degli animali usati nella sperimentazione animale a scopi di ricerca medica. Quindi per ogni animale usato per la sperimentazione scientifica ce ne sono più di 300 che vengono uccisi per scopi alimentari. Ma il fatto ancora più interessante è che circa il 60-65% della popolazione abolirebbe totalmente la sperimentazione animale mentre solo il 25-30% abolirebbe l'uso di animali per scopi alimentari.
Lui dice che non è nemmeno matematico, ma si collega bene ai discorsi di mau sulle statistiche. E ci permette finalmente di chiudere con un articolo non a tema (almeno apparentemente, perché noi siamo un disastro.
Il mese prossimo l'edizione numero 95 del 14 narzo 2016 (“nella luce tra i cespugli”) verrà ospitata da DropSea e il tema sarà Pi day.

Calendario con le date delle prossime edizioni del Carnevale
Pagina del Carnevale su Facebook

martedì, febbraio 09, 2016

Cultura umanistica e cultura scientifica in Italia

Visto che per il festival di giugno stiamo organizzando un'intervento di un'amica storica che tratterà il tema Cultura umanistica e cultura scientifica in Italia, il post di .mau. lo 0,1% di 60 mamme cade a pennello.

È accettabile che un "caporedattore presso D La Repubblica" parli di un sintomo che in uno studio si è manifestato nello 0,1% di 60 mamme? Siamo ai limiti della disattenzione o dell'analfabetismo numerico.

Più volte mi è capitato di sentire che lo studio del latino e lo studio del greco sono molto importanti perché "aprono la mente". Sarà pure così. Ma se i nostri giornalisti oltre all'aoristo conoscessero anche un po' di aritmetica e di cultura scientifica non riuscirebbero a darci delle informazioni un po' meno approssimative?

lunedì, febbraio 08, 2016

Configlio invece di stepchild? Perchè no?

Rilancio la proposta di Francesco Sabatini rilanciata e ampliata da Licia Corbolante in Da stepchild a configlio.
Ho trovato molto efficace la proposta del linguista Francesco Sabatini di sostituire l’anglicismo stepchild con il neologismo configlioSintetizzo le sue riflessioni, che potete ascoltare nella registrazione del programma UnoMattina (da 1:46 in poi). 
Nel dibattito sulle unioni diverse dal matrimonio, il concetto “bambino che entra a far parte di una coppia, figlio di uno solo degli elementi della coppia, sia essa etero od omosessuale” avrebbe già un nome, figliastro, ma non è adatto perché ha connotazioni negative conferite dal suffisso –astro
Sabatini sottolinea che dobbiamo preoccuparci dell’effetto che producono le parole in uso e specialmente in questo caso è evidente una nuova sensibilità che richiede una nuova parola. Chi crede di aver trovato in stepchild un termine non offensivo in realtà non ha risolto nulla perché è una parola oscura e difficile da pronunciare.
Il neologismo configlio
Il linguista propone il neologismo configliouna parola chiara e “affettivamente calda” perché formata con il prefisso con- che indica inclusione, partecipazione e quindi anche accoglienza, e che richiama una famiglia di parole che comprende coniuge, compagno, convivente, comparecomare… Sul modello di configlio si possono poi formare compadre ecommadre, in sostituzione di patrigno matrigna, altre parole connotate negativamente. 
Aggiungo anche che la neoformazione configlio ci ricorda che l’italiano dispone di meccanismi di formazione di neologismi molto efficaci, purtroppo spesso ignorati dai paladini dell’itanglese.
Sabatini conclude ricordando che inizialmente i neologismi possono scuotere e non piacere, ma con l’uso vengono accettati da tutti i parlanti, e quindi suggerisce di provare a usare configlio in sostituzione di stepchild. Apprezzo e diffondo l’invito, augurandomi che anche politici e media lo accolgano. 

mercoledì, febbraio 03, 2016

Xylella: un nuovo articolo di Le Scienze

Cito due dei passi più interessanti dell'articolo di Le Scienze Emergenza Xylella. Il mistero dei nove ceppi inesistenti.

In un lavoro dello IAM del 2014 citato in perizia, gli autori analizzano 100 piante nella zona di Gallipoli, metà delle quali con sintomi di disseccamento, con il doppio intento di dimostrare un’associazione fra la presenza del batterio e la malattia e contribuire a descrivere la popolazione salentina del batterio da un punto di vista genetico. I risultati sono chiari. Si legge che 49 delle 50 piante malate sono risultate positive a Xylella, alle quali si aggiungono 9 piante asintomatiche “probabilmente infettate recentemente”. Non si può parlare di nesso di causalità, ma questi dati consentono ai ricercatori di affermare che c’è una “stretta associazione fra il batterio e la sindrome da disseccamento rapido”. Numeri poi confermati, come abbiamo visto, anche dalle analisi dei consulenti della Procura, seppure su un campione più ridotto
....
Alla luce delle novità emerse in conferenza stampa e dagli stralci delle perizie che sono stati resi disponibili, le domande aumentano. Da quali altri elementi scientifici si riscontra che nel Salento siano presenti perlomeno nove diverse popolazioni di X. fastidiosa? Quali prove conducono a considerare «altamente probabile» l’ipotesi che il consumo intensivo di prodotti fitosanitari abbia favorito la virulenza di funghi e batteri, tra cui Xylella fastidiosa? Per quali aspetti la consulenza ha posto in dubbio l’attendibilità delle conclusioni scientifiche rappresentate all'Europa? Quali elementi portano a considerare «dato acquisito» che la manifestazione della sintomatologia del disseccamento non sia necessariamente correlata alla presenza del batterio Xylella fastidiosa?

Riteniamo dunque a maggior ragione indispensabile che la Procura metta a disposizione della comunità scientifica e in particolare della task force incaricata di affrontare l’emergenza Xylella, il testo integrale delle perizie, come abbiamo richiesto nella lettera aperta al Procuratore Cataldo Motta.