martedì, giugno 02, 2015

Incomunicabilità

Nella mia esperienza di emigrante ho incontrato molte persone che, non avendo mai vissuto l'esperienza di dover dialogare in un'altra lingua, non si rendono conto neppure della difficoltà rappresentate dall'apprendimento in età adulta della "punta dell'iceberg" e non capiscono perché usi espressioni inconsuete, strane, a volte scorrette, a volte eccessivamente corrette. Non si rendono conto che quello che si esprime è una semplificazione dei propri pensieri plasmata su un vocabolario ridotto e approssimativo. Non capiscono che parlare la loro lingua, per proseguire la metafora del gelo, è come camminare sul ghiaccio sottile.
Queste considerazioni che discutevo ieri con Zucchero sono riaffiorate oggi durante la lettura dell'articolo di Licia Corbolante: Iceberg della cultura.
E la considerazione aggiuntiva odierna è stata: se tali persone non si rendono conto delle differenze delle punte dei nostri rispettivi iceberg potranno mai rendersi conto delle differenze sommerse?
Riporto una citazione dall'articolo di Licia Corbolante.

"La punta dell’iceberg rappresenta gli aspetti visibili e più superficiali di una cultura. Hanno regole palesi, codificate e non ambigue: sono ad esempio lingua e leggi.
Tutti questi aspetti sono però manifestazioni esterne di aspetti nascosti della cultura, che costituiscono la parte principale e invisibile dell’iceberg.
Sotto la superficie troviamo aspetti meno oggettivi che possono creare incomprensioni nella comunicazione interculturale. Hanno regole inespresse di cui siamo consci solo quando vengono infrante, come ad es. le tradizioni, la percezione del tempo, la variabilità nell'uso dei saluti, la cortesia, l’uso dei registri e altri aspetti sociolinguistici."

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