domenica, settembre 29, 2013

Controllo automatico velocità

Chi mi conosce sa che per me l'automobile è solo un mezzo di trasporto. L'interesse che mi suscitano le auto sportive o di lusso tende allo zero. Per non parlare poi dei SUV che m'ispirano una pregiudiziale antipatia.

C'è un dispositivo però che sognavo di avere sin dal mio primo viaggio transalpino con la mia vecchia Fiesta verde ranocchio: quello per il controllo automatico velocità. Mi avrebbe risparmiato di tenere il piede continuamente sollevato durante un viaggio che implica almeno dodici ore di autostrada. Così mi mi procura non pochi fastidi muscolari. E finalmente, dopo 14 anni, ho fatto installare il prodigioso apparecchio due settimane fa.
L'occasione per provarlo si è presentata subito il fine settimana scorso. Purtroppo per un evento non troppo lieto. Fatto sta che in più di dieci ore di guida autostradale abbiamo avuto tutto il tempo per provarlo e cominciare ad imparare a governarlo al meglio.
Ho provato così che, a differenza di quanto mi aveva detto il venditore, il dispositivo si disattiva quando si abbassa uno dei tre pedali. E una cosa un po' strana è il fatto che, quando si è in marcia ad una certa velocità, supponiamo 130 Km/h, e si vuole rallentare con una certa rapidità usando solo il dispositivo di controllo si arriva ad una velocità limite, ad esempio 120 Km/h, oltre la quale non si può decrementare. Anzi, se uno continua a premere sul meno, la velocità torna su di 3 o 4 Km/h. Dapprima la cosa mi ha lasciato un po' perplesso. Poi mi è sembrato di aver trovato un'interpretazione plausibile. E cioè, non avendo il dispositivo il controllo dei freni esso può rallentare solo con il freno motore. Che però ha delle limitazioni fisiche e temporali. Anche con questa spiegazione tuttavia mi risulta piuttosto difficile interpretare il fatto che, se continuo a premere sul meno una volta raggiunta la velocità limite, diciamo 120 Km/h, invece di fermarsi lì il dispositivo si riporta a 124 Km/h. Qualcuno ha idea?

sabato, settembre 28, 2013

L'espatriato e la madre patria

Di recente ho sentito citare una frase di Igor Stravinskij. Quello che molti, me compreso, considerano il più grande compositore del novecento. E che trascorse la maggior parte della sua vita adulta come espatriato.
In diverse occasioni egli criticò anche duramente la madre patria, ma in un'occasione pare che disse (cito e reinterpreto a memoria): "Io amo profondamente la mia patria. Ed è proprio per questo che mi posso permettere di criticarla aspramente. Ma è una cosa che non consentirò di fare a nessun altro". Penso che intendesse nessun altro non russo... O forse più in particolare nessun altro non russo che non sia dotato di amore nei confronti della Russia?

A proposito, se qualcuno dovesse conoscere o trovare la citazione precisa me lo faccia sapere.

giovedì, settembre 26, 2013

Ho visto cose che voi umani...

Una bicicletta a terra incastrata sotto il paraurti anteriore di un tir. Era al semaforo dell'incrocio dove passo molto spesso in bicicletta. E che ho anche attraversato almeno un centinaio di volte trasportando l'ingombrante zainone del trombone. A volte forse pure in modo un po' spericolato. La scena mi ha fatto un certo effetto. Il/la ciclista era presumibilmente dentro l'ambulanza che stava lì ferma. Il che mi ha fatto sperare bene per lui/lei.

lunedì, settembre 23, 2013

Sull'inutilità della distruzione dell’avversario

Grazie alla condivisione dell'amico ubik mi sono andato a leggere l'articolo "Io non mi diverto più" di Beatrice Mautino. Mi trovo totalmente d'accordo con il messaggio dell'articolo. Ed è già da tempo che, nel mio piccolo, cerco di mettere in pratica tale massima.

"Il punto non è che mi sono stufata del Cicap o di quel che gira attorno ai fan della scienza. Non ho nemmeno perso la voglia di divertirmi e scherzare su queste cose. Il punto è che tutto questo indignarsi, prendere in giro, leggere i peggio link e guardare tutta l’immondizia che gira su youtube per poi commentarla rigo per rigo o battuta per battuta, passare il tempo a cercare di sputtanare questo complottista o quel fuffaro, è una grande, gigantesca, enorme perdita di tempo.
Ed è tempo non solo che non torna più indietro come le stagioni di Guccini, ché ognuno ha poi anche il diritto di gettar via la propria vita come crede, ma è tempo che potrebbe essere investito in qualcosa di immensamente più utile. È tempo che si leva alla sperimentazione di nuovi linguaggi e nuove modalità di comunicazione. È tempo che si leva alla documentazione. È tempo che si leva alla produzione di informazione corretta.
È tempo che si regala a quei complottisti o fuffari che vogliamo tanto combattere."

giovedì, settembre 12, 2013

Gianni Perilli / L'Altretnica

Era la sera di sabato 24 agosto e un temporale estivo aveva rinfrescato l'aria. Dopo aver percorso in un'ora 50 Km di strade di montagna che ci separano da Acquafondata arriviamo al Festival della Zampogna. Obiettivo: ascoltare la NCCP e deliziarci un po' con qualche ballo. Ma dopo qualche istante dall'inizio del concerto le cose non mi quadrano. Seppure ben lungi dall'essere ballabile quella musica mi colpisce all'istante. È per me una novità assoluta. Ci sono dentro alcuni dei miei generi preferiti: progressive, rock, jazz e musica popolare del centro-sud; ma che non ho mai sentito in una rimescolatura così eclettica e ben calibrata. Insomma è un'amore a prima vista primo ascolto. Un esempio. Sentito che voce la cantante?
Anche questo pezzo non è male.


Ma dal vivo sono molto meglio. Sul suo sito Gianni Perilli dice di aver ricercato un modo diverso di suonare la zampogna e la ciaramella. "Ho voluto continuare le tradizioni dei miei avi con l'intento di proiettare questi strumenti magici dal passato nel futuro." E secondo me ci sta riuscendo molto bene.

Formazione
GIANNI PERILLI: voce, ciaramella, zampogna, sax, flauto traverso
PIERLUIGI MOSCHITTI: tamburi a cornice, djambè, darabouka, blues harp, percussioni
IVANO COPPOLA: basso, zampogna
MARIA CRISTINA D'ALESSANDRO: voce, chitarra battente
ARMANDO IACOVELLA: chitarra elettrica e acustica
GIOVANNI IACOVELLA: batteriaVisualizza altro

martedì, settembre 10, 2013

Ventotene


 Porto d'arrivo
 Porto Romano
 Ingresso a Cala Nave
Cala Nave
 Faro e isola di S. Stefano
 Particolare scoglio Cala Nave
Municipio

Un giorno torneremo a Ventotene.







mercoledì, settembre 04, 2013

Startup e dogmi socratici

Idea per una  startup
Sfruttare la memoria dell'acqua per costruire dischi rigidi a costo zero.
P.S. Togliere prima pesce rosso potrebbe alterare memoria.

Dogma post-socratico
Diffida degli erboristi (alias: Ma non era alle erbe?)