giovedì, agosto 23, 2012

Escursione sui Monti Lucretili

Stamane siamo partiti alle 8:30. (Lo so, saremmo dovuti partire prima. Me l'ha detto pure l'amico pastore organettista che abbiamo incontrato riscendendo. Ma la vacanza è vacanza.) L'obiettivo era Cima Coppi (1211 m). Ma strada facendo la mia memoria ha fallito (considerate che saranno 15 anni che non frequento questi boschi) e abbiamo mancato l'obiettivo proseguendo, proseguendo, proseguendo. Man mano che proseguivamo mi tornavano in mente i luoghi e le storie, ma mi mancavano i nomi dei luoghi. Fortunatamente l'amico pastore ha poi fornito una stampella ai miei recalcitranti neuroni. Mi son così ricordato dell'"Ara du puzzu" e della storia del commercio di ghiaccio da neve che veniva ammassato dentro le fosse nel periodo invernale e trasportato, presumibilmente poco prima del disgelo, verso Roma dove veniva probabilmente conservato in grotte di ville nobiliari ed utilizzato per i sollazzi dei signori. Mi sono anche ricordato delle fenditure carsiche (che non ho ritrovato) e dei lagustelli di Percile. E mi sono ricordato anche de "u Ripar' 'ell'aquila" con il suo panorama spettacolare reso spesso più interessante dal volteggiare di un'aquila. Purtroppo di aquile non ne abbiamo avvistate. Mi sono chiesto se fosse a causa del caldo, o per coincidenza. Oppure se fosse a causa dei miei ricordi fallaci che mi facevano riaffiorare gli avvistamenti frequenti del passato. Poi l'amico mi ha anche ricordato il nome della valle del fontanile al centro del prato punteggiato come sempre da vacche maremmane. Era forse valle sambucu? Un altro amico mi ha detto che "u Ripar' 'ell'aquila" è in realtà un nome moderno. Il vero nome di quel punto panoramico è "a sforcatura d'i piani"
Alla fine siamo arrivati alle pendici del Monte Pellecchia. A quaranta minuti dalla vetta. Ma si era fatto un po' tardi e abbiamo desistito.
Al ritorno poi mi sono pure ricordato che il nostro obiettivo, la Cima Coppi, era quella alla sinistra de u Ripar' 'ell'aquila. Ci siamo così avventurati nella scalatina raggiungendo la cima più bassa.
Complessivamente ci siamo fatti 11 km in poco più di tre ore. Giunti a casa, per non deludere la genitrice, ci siamo visti costretti a consumare un piatto di fettuccine fatte in casa con asparagi selvatici e "spinaróli" (un ottimo fungo locale), porchetta e fichi di mio padre. Eh sì, è stata dura. Per fortuna il 9 settembre rivalicheremo le Alpi verso nord.

3 commenti:

francesca ha detto...

E i friarielli ....sono venuti i friarielli?
Ciao francesca

dioniso ha detto...

Mi ha detto che a causa della terribile siccità non li ancora piantati. E quelli penso che non si possano neppure piantare in vaso e poi trapiantare no?
Chissà se settembre sarà troppo tardi? Magari dovrebbe piantarli adesso vicino all'orto e poi irrigarli?

francesca ha detto...

Chiedo a mio padre