martedì, gennaio 31, 2012

17-18 marzo – Danze del Sud Italia con Margherita D’Amelio

Le ultime settimane mi hanno visto un po' impegnato nell'organizzazione dell'evento Danze del Sud Italia con Margherita D’Amelio nell'ambito della nostra associazione culturale Volare e.V. Heidelberg.
L'idea dell'evento è nata quasi per caso grazie ai mezzi dell'era dell'interconnessione globale.
Dopo avere pubblicato l'idea dell'evento Tarantole, tammorre e tarantelle per il festival italiano di maggio sono stato contattato da Margherita D’Amelio, insegnante pugliese di danza, che vive e lavora in Germania. Margherita arrivò a Berlino sull'onda del movimento punk nel penultimo anno di vita del muro, quando la capitale della RFT era Bonn. Nell'attuale capitale tedesca Margherita insegna "Tanz und Perkussion" alla Leo Kestenberg Musikschule e tarantella e coreografia alla Theaterakademie. Margherita è inoltre fondatrice del gruppo di musica e danza TarantaScalza.
Dopo il primo contatto virtuale ci siamo sentiti al telefono e la sua idea di laboratorio di danza mi ha immediatamente entusiasmato. Sono quindi partito con l'organizzazione: valutazione aspetto finanziario, scelta delle date, pubblicità e reclutamento dei primi iscritti, organizzazione del viaggio da Berlino, adattamento del volantino. L'aspetto più faticoso è stato finora la ricerca della sala. Coadiuvato dalle colleghe volanti,
dopo aver visitato alcune sale,

alla fine siamo forse riusciti a trovare (forse!) quella giusta.
Per chi fosse interessato:

Le iscrizioni sono aperte fino al 10 marzo 2012

Primo laboratorio (Sabato 17 marzo 10:30 – 16:00): 40 €  Secondo laboratorio (Domenica 18 marzo 10:30 – 16:00): 40 €
Entrami i laboratori (17 e 18 marzo 2012): 70 €
10% di sconto per i soci di Volare e. V.

Per iscriversi mandare un email a Volare e.V. – volare.dik@googlemail.com – indicando l’opzione scelta, oppure cliccare direttamente su una delle opizioni sottostanti:

Iscrizione laboratorio completo di due giorni: 70€
Iscrizione per il solo primo laboratorio: 40€

Iscrizione per il solo secondo laboratorio: 40€


Le coordinate bancarie per il bonifico verrano comunicate in risposta all’email di iscrizione.
 
Ulteriori informazioni: Danze del Sud Italia con Margherita D’Amelio

sabato, gennaio 28, 2012

Casa: viste, lavabi e piastrelle

Progressi non impressionanti rispetto al 26 novembre. Tanto che mi era venuto il desiderio di urlare all'operaio che vedete sul tetto: ma è quello il modo si sbruffare la calce!? Ma poi ho desistito. (Parentesi emoticona. Se a qualcuno non fosse chiaro: è solo una sciocca battuta.)
Possibili accostamenti delle piastrelle pavimento/parete nel bagno grande.
Futura vista dal balcone sulla Schäferhundeverein.
Possibile lavabo. Purtroppo la bottigliona è esclusa dall'offerta. Per includerla dovremo pagare un profumato supplemento.

venerdì, gennaio 27, 2012

Mozart: mottetto Miserere mei deus K85

Ieri, durante la rasatura craniale, riascoltavo la puntata dell'otto dicembre 2011 di Qui comincia... . A volte durante questi ascolti mi distraggo, leggo qualcosa, poi la mia attenzione viene di nuovo calamitata e ricomincio a seguire. Così è capitato ieri. A recuperare la mia attenzione è stato un pezzo vocale polifonico. Amore a primo ascolto. Di solito quando ascolto un pezzo alla radio senza aver sentito chi è l'autore faccio il gioco di tirare a indovinare periodo e autore. Spesso lo trovo. Ieri sono quindi partito con il giochino. A primo impatto ho pensato:
polifonia vocale, tra '600 e '700.
Poi ho sentito un paio di passaggi che suonavano un po' troppo moderni e ho pensato:
non mi freghi, tu sei un postmoderno: un moderno che cita il linguaggio del passato.
E così ho cominciato a cercare qualche autore dell'area Ligeti.
Alla fine della puntata ho sentito invece Paolo Terni dire che si trattava del mottetto Miserere mei deus K85 di Wolfgang Amadeus Mozart. Sono rimasto basito. Un Mozart contrappuntistico totalmente sconosciuto a me. Se volete ascoltare la bellissima esecuzione del Rundfunkchor Leipzig diretto da Herbert Kegel potete farlo accedendo alla registrazione della puntata dell'otto dicembre 2011 (credo purtroppo che sarà ancora disponibile solo per pochi giorni). Il pezzo con commento di Paolo Terni si trovano dal minuto 9:30 al minuto 24.
Parole di Paolo Terni: "la cosa straordinaria è che questo mottetto che viene citato da Mozart e che io ho trovato con molta difficoltà non è praticamente più eseguito" ... "è di una originalità, di una drammaticità che si confa anche ...." ... "questa assoluta meraviglia, c'è voluto l'epistolario (di Mozart) per scoprirla" ... "un'impresa monumentale, una meraviglia assoluta, una combinazione di serietà, di competenze, di intensità ..." ..."questo canto allo stesso tempo molto drammatico perché vi sono delle dinamiche interne contrappuntistiche, dei contrasti tra pianissimi e fortissimi, ma soprattutto la monodia e la polifonia, perché è strutturalmente polifonico, ma vi è anche tutto lo spessore dell'omofonia. C'è lo spirito del gregoriano all'interno di una funzione polifonica. Ed è di una stupenda capacità di commozione."
Inutile sottolineare che mi trovo in pieno accordo con Paolo Terni.
Ho anche verificato che effettivamente il mottetto non si trova neppure in rete. Ho trovato un'unica (pessima) registrazione su youtube. Se qualcuno fosse a conoscenza di altre registrazioni me lo faccia sapere.

Non poteva chiaramente mancare una citazione al Miserere di Allegri e al celeberrimo aneddoto: "Il quattordicenne Wolfgang Amadeus Mozart, in visita a Roma, ascoltò il miserere di Allegri l'11 aprile 1770 durante il servizio del Mercoledì Santo. Successivamente, quello stesso giorno, lo trascrisse interamente a memoria, ritornando nella Cappella Sistina il venerdì successivo, 13 aprile, per fare piccole correzioni". Da notare che Il miserere di Allegri è una composizione a nove voci per due cori.

giovedì, gennaio 26, 2012

Il caso Spiegel - Schettino: l'Ambasciatore italiano scrive allo Spiegel

Nell'articolo dello SPIEGEL ONLINE di ieri è stata aggiunta una lettera scritta dall'ambasciatore italiano Michele Valensise. Riporto di seguito il testo che ho tradotto in italiano. Non sono un traduttore. Siate quindi clementi nel giudicare il risultato.
Sono sorpreso e infastidito dall'articolo di Jan Fleischhauer, dal titolo "Italienische Fahrerflucht". Ovviamente credo nella libertà di critica, ma i temi di quest'articolo sono tanto offensivi quanto infondati per l'Italia. Mi stupisco che un giornale autorevole come lo SPIEGEL ONLINE offra spazio per affermazioni così volgari e banali.

Colpisce particolarmente il fatto che il giornalista, tra i molti luoghi comuni, equipari sconsideratamente la responsabilità di una singola persona a quella di un intero popolo. Capisco il desiderio di SPIEGEL ONLINE, di scrivere qualcosa di politicamente scorretto, ma questa volta si tratta di una provocazione a buon mercato, che io anche a nome dei miei compatrioti, che hanno espresso la loro indignazione per l'articolo, rispedisco al mittente. Perché tutti gli italiani vengono coinvolti in questa vicenda? Il signor Fleischhauer non ha notato che accanto al comportamento del capitano della "Costa Concordia" - contro il quale è stata avviata un'indagine penale - c'erano istituzioni e individui che hanno fatto il loro meglio per salvare vite umane e limitare i danni dell'incidente? E lui è veramente convinto dell'inaffidabilità di un'intera nazione? Non ha mai incontrato nessuno che, come i lavoratori italiani che ho incontrato nei giorni scorsi a Wolfsburg, fanno il loro lavoro con dignità e devozione generalmente riconosciuti?

Consiglio al signor Fleischhauer, di lasciar stare le generalizzazioni basate sulla razza. Queste sono cose di ieri che nessuno rimpiange. Egli dovrebbe rilassarsi e venire a trovarci in Italia. Troverà un paese grande, ospitale, capace di sorprendente slancio da parte degli individui e della comunità, che accetta i pregiudizi con un sorriso e non cerca di improvvisare eccentrici tribunali.
Aggiungo il link alla puntata di ieri di Tutta la città ne parla che ha trattato il tema e quello all'articolo di Stella formato PDF

mercoledì, gennaio 25, 2012

Il caso Spiegel - Schettino: Che fa un giornalista dello Spiegel quando ha pochi lettori?

Semplice: da sfogo a quel miscuglio di Schadenfreude, Belehrung e invidia repressa mascherata da senso di superiorità e scrive il suo pezzo razzista nei confronti del popolo mediterraneo di turno: in ordine di preferenza: turchi, greci, italiani, spagnoli, portoghesi. E quale occasione migliore se non quella offertagli su un piatto d'argento da Schettino?

Articolo originale sullo Spiegel
 "Il carattere nazionale è un'invenzione dei tempi passati, ci insegnano a scuola, gli stereotipi sulle nazioni hanno fatto il loro tempo. Ma è davvero così?" - si chiede lo Schadenfreuder di turno. E poi dà il via alla sua fiera dei luoghi comuni. Forse il represso spera che il suo articolo venga citato nella pagina di wikipedia dedicata al pregiudizio contro gli italiani.

Commento su Repubblica di cui riporto qualche stralcio.


Il senso di tutto il ragionamento che forse sarebbe tanto piaciuto al ministro della Propaganda del Reich, Joseph Goebbels? L'editorialista di Spiegel online ce lo spiega chiaro: "Quel che può succedere quando per motivi politici si ignora la psicologia dei popoli, ce lo mostra la crisi della valuta". Chiaro, euro in crisi perché gli italiani sono tutti inattendibili come Schettino, magari in questo giudizio sono compresi Mario Monti e Mario Draghi in questo giudizio. L'errore di nascita dell'euro, continua il disinvolto Fleischhauer, è stato chiudere nella camicia di forza di una moneta unica culture così diverse.

Peccato che Fleischhauer si dimentichi o finga di dimenticarsi che la riunificazione tedesca fu finanziata dal resto d'Europa, perché i costi del risanamento della Germania Est in bancarotta spinsero la Bundesbank a un aumento spaventoso dei tassi. Il quale portò ad aumenti dei tassi a catena in tutta Europa, prima dell'euro, rovinando le altre economie, non quella tedesca.

Peccato anche che non menzioni il dopoguerra: la Germania ovest risorse dalle rovine in cui la guerra iniziata da Hitler l'aveva ridotta perché gli Stati Uniti d'America e il Regno Unito spesero miliardi e miliardi sia col Piano Marshall per rilanciare la sua economia, sia con le spese militari per creare la Nato e difendere la Germania Ovest dall'Unione sovietica. E intanto la Germania ovest con un esercito che nella guerra fredda Der Spiegel definì 'bedingt einsatzbereit', cioè solo limitatamente operativo, si godeva il suo benessere consumista sotto l'ombrello atomico e militare in generale angloamericano e grazie al lavoro a basso costo dei migranti.

Allora, vogliamo parlare di carattere nazionale? Americani e britannici troppo generosi e spendaccioni per l'ex nemico, italiani, spagnoli e turchi troppo laboriosi alle linee di montaggio Volkswagen o Mercedes? E tedeschi incorregibili dopo la Weltanschauung nata da loro tra il 1933 e il 1945 secondo cui le nazioni non sono comunità di valori come nel mondo moderno, bensì solo razze come cavalli e cani?


Lo so che con questo post faccio anche il gioco dello pseudo-giornalista, ma non potevo e non volevo trattenermi. Ho sentito che c'è anche un commento interessante di Stella sul tema. Però non l'ho trovato.
Aggiornamento delle 14:20: Il tema è stato anche trattato dalla puntata di oggi di Tutta la città ne parla. La si può anche riascoltare.
Aggiornamento del 26 gennaio: ecco l'articolo di Stella formato PDF.

martedì, gennaio 24, 2012

Stagione orchestrale inverno 2012: il ritorno alla monorchestralità

Chi ha seguito le mie evoluzioni orchestrali sa che nelle ultime due stagioni ho suonato con due orchestre. Per questa stagione, a causa di nuovi impegni, ho deciso di lasciare la mia vacchia orchestra: la AufTakt e.V. Contemporaneamente è capitato che il direttore della mia nuova orchestra, la Musikfreunde Heidelberg, scegliesse un programma che definire poco impegnativo per i tromboni è un eufemismo. Sono così passato da una stagione di densa attività musicale ad una stagione poco stimolante piena di lunghissime pause durante le prove. Per fortuna che avevo sempre con me il fido iPadio.

Come da tradizione, se vi troverete nei dintorni il 10 febbraio siete invitati al concerto.

Programma e date

Darius  Milhaud: Scaramouche (da Brazileira).
Vincent d'Indy: Chorale Varieé per sassofono contralto
Bohuslav Martinů: Seconda sinfonia



Jean Sibelius: Karelia Suite




Sabato 4 Febbraio a Weinheim 

Venerdì 10 Febbraio alle 20:00 nella Stadthalle di Heidelberg
Per i biglietti:: Crazy Diamond: Poststr. 42, 06221-161480
Ticket online: www.ticketonline.com, Tel: 01805-4470

domenica, gennaio 22, 2012

Un pomeriggio domenicale all'insegna del carciofo: alla giudia e alla romana

Oggi ho voluto cimentarmi con due capisaldi della cucina romana: sua Maestà il carciofo alla giudia e sua Eminenza il carciofo alla romana. Il primo appartiene al filone ebraico della cucina romana ed il secondo a quello burino.

Ora, essendo io un burino da almeno sette generazioni, non mi troverò di certo in difficoltà nella preparazione della seconda ricetta. L'ho appresa infatti da mia madre e l'ho preparata molte volte. Tuttavia, per complicare un po' le cose oggi voglio provare una ricetta un po' diversa che prevede alici.
La cosa interessante è che nel mio paese sabino i carciofi alla romana vengono erroneamente chiamati carciofi alla giudia. Pensavo si trattasse di una peculiarità del mio paese e invece anche nel paese di Zucchero, in ciociaria, è presente la stassa traslazione onomastica. Forse è diffusa più in generale nei dintorni di Roma? Magari qualcuno dei lettori mi potrà illuminare.

Per quanto riguarda la prima ricetta mi trovo invece al primo esperimento. Mi hanno detto che non è facile da preparare. Vediamo come me la caverò.

Sono partito da quattro bei carciofi romaneschi acquistati dopo l'incidente di venerdì dal mio fruttivendolo italiano di fiducia. Li ho mondati togliendo le brattee più esterne con il tipo di taglio a spirale (consigliato dalla ricetta che ho seguito), tagliando la sommità delle brattee e un centimetro circa di gambo, ed eliminando la superficie fibrosa.
Facendo ruotare il carciofo ho quindi allargato le brattee con delicatezza e ho poi asportato il pappo (lanuggine interna) con un cucchiaino. Li ho quindi immersi in acuqa e aceto (non avevo il limone).


Due li ho usati per i carciofi alla romana.
Ho pestato in un mortaio un filetto abbondante di acciuga, mezzo spicchio d'aglio e mentuccia secca dei Monti Lucretili raccolta ed essicata dal sottoscritto qualche anno fa. Ho quindi mescolato con tre cucchiai di pan grattato e due cucchiai d'olio d'oliva,
ho imbottito i carciofi con la farcia e li ho messi a cuocere a testa in giù in due cucchiai d'olio, un po' d'acqua e due cucchiai di vino.

Con i rimanenti due carciofi ho tentato la giudia.
Dopo averli sgocciolati per bene li ho inseriti in una pentolina piena d'olio a 110°. Con questa pre-frittura a bassa temperatura i carciofi ricevono una sorta di stufatura in olio.
Quando sono risultati facilmente infilzabili con una forchetta li ho messi a scolare in carta da cucina. Poi li ho infilzati con una forchetta alla base e con una seconda forchetta ho aperto le brattee a fiore.
Ho quindi portato la temperatura dell'olio a 150° e ho reinserito i carciofi nella pentolina per 2-3 minuti. Fino a quando le punte cominciano a dorarsi.
Li abbiamo quindi degustati. Erano buoni, ma: le brattee esterne erano ancora troppo fibrose e forse la temperatura dell'olio per la seconda fase deve essere più alta (forse 160°) in modo da rendere le brattee più croccanti.

venerdì, gennaio 20, 2012

Un incidente surreale

Oggi sono stato protagonista di una scena degna del primo Woody Allen o di un Paolo Viallaggio.

Come ogni venerdì, prima di pranzo, me ne andavo pedalando dal mio fruttivendolo italiano di fiducia. Senonché, quando mi trovavo al secondo chilometro di percorso, a un paio di metri da me vedo spuntare un bastone bianco dal marciapiede vicino ad una fermata dello Strassenbahn. Cerco di evitarlo, ma il bastone avanza e va a infilarsi tra i raggi della mia ruota. Freno, sento il bastone spezzarsi e pezzi di parafango schizzare. A bici ferma mi volto e vedo un uomo di carnaggione scura con barba incolta e occhiali scuri. Mi sento morire. Vorrei sprofondare negl'inferi come Don Giovanni. Parcheggio la bicicletta e sotto gli sguardi severi di alcuni passanti torno indietro.

- Mi dispiace terribilmente. Oltre a ricomprare il bastone c'è qualcos'altro che potrei fare?
- Potresti accompagnarmi a casa?

Parcheggio la bicicletta, prendo per mano l'uomo e ci avviamo. Ad ogni incrocio egli mi indica con precisione la via. Possiede sempre una percezione esatta del punto in cui ci troviamo. Lungo la strada vengo a sapere che l'uomo è curdo, vive in Germania dalla fine degli anni '70 e studia informatica.
-  Dovevi andare più piano - mi dice. - In questo paese vanno tutti di corsa. E ora arriverai a casa più tardi.
Continuiamo a conversare toccando addirittura temi riguardanti Öcalan e Belusconi. Poi ci presentiamo anche per nome. Il suo non riesco neppure a ripeterlo. Lui invece ripete più volte il mio e cita un famoso personaggio italiano della cui omonimia non vado fiero.
Giunti a casa sua, l'uomo recupera il bastone di riserva e prende degli appunti in Braillle attraverso una macchina per scrivere meccanica.

Dopo essermi accertato che non avesse bisogno d'altro mi sono accomiatato. L'uomo mi ha abbracciato dicendomi:

- Du bist ein guter mensch. Sei una brava persona, ti auguro tutto il bene possibile. Sai quante volte mi sono capitate cose analoghe e le persone sono scappate? Ma prima o poi Allah li ripagherà con la stessa moneta.

Se volete vivere il sogno americano andate in Danimarca



Sembra incredibile eppure la mobilità sociale vede gli USA all'ultimo posto tra i paesi ricchi. Gli Stati Uniti sono superati addirittura dall'Italia che è al terzultimo posto dopo il Regno Unito.
Che significa bassa mobilità sociale? Significa che se provengo da una famiglia povera avrò scarse opportunità di migliorare il mio livello socio-economico. In altre parole l'alta mobilità sociale è il sogno americano. Un paradosso quindi. Eppure i dati mostrati da Richard Wilkinson intorno all'ottavo minuto del video parlano chiaro:

"If you want to live the American dream you should go to Denmark" 

martedì, gennaio 17, 2012

Acquaragia drom

"Acquaragia Drom è uno dei gruppi storici della musica popolare italiana, molto conosciuto per i suoi spettacoli divertenti e per il grande coinvolgimento del pubblico. Una grande esperienza, dai matrimoni ai festival internazionali, permettono di gestire qualsiasi situazione in qualsiasi lingua per dare vita ad uno spettacolo vibrante ed ironico nell'originalissimo stile zingaro italiano forgiato dagli Acquaragia Drom: le tammurriate dei Sinti del Vesuvio, le canzoni e le serenate dei parenti Rom molisani, le tarantelle dei Musicanti Calabresi e del Salento, le serenate dei Camminanti Siciliani e vario swing e ritmi ballabili. E in scena si balla! Rita ed Elia lasciano i loro strumenti per portare il pubblico nel cuore di una cerimonia tradizionale, di un matrimonio, di una animata festa gitana intorno ad un grande fuoco da campo: ritmi incalzanti e passionali, melodie struggenti e racconti di storie inverosimili con protagonisti tragicomici di cui si può ridere o commuoversi. Uno spettacolo di sicuro effetto!"


sabato, gennaio 14, 2012

Prima proiezione cineforum Volare: Benvenuti al Sud

Ieri abbiamo inaugurato il cineforum di Volare con Benvenuti al Sud. è andata molto bene. Il cinema comunale di Heidelberg era strapieno; hanno dovuto aggiungere delle sedie, su una delle queli sono finito io, e rispedire a casa un po' di gente.
Il discorso introduttivo l'ha fatto Paola: una sintesi tra quello che avevo scritto io più alcune sue aggiunte e rimozioni; ed è è stato ben fatto.
Durante la visione il pubblico si è sbellicato e alla fine in molti sono venuti di sopra a gustare il nostro aperitivo italiano. Per l'occasione Zucchero ha fatto i paninetti.

Carnevale della Matematica #45


Il Carnevale numero 45 di gennaio è ospitato da Annarita Ruberto sul suo Matematic@mente. Il tema libro dell'edizione è "teoria della computazione (informatica moderna; algoritmi e computazione; grammatiche; automi...)"

Così Annarita Ruberto introduce il mio contributo (fuori tema):
(27)

Il primo contributo a tema libero è il post "Le lezioni di Eratocle: triangoli e terne" dal "Blogghetto" di Flavio Ubaldini, l'ultimo nato della serie in ordine temporale.
"Il giorno successivo Eratocle trovò Eurito già in aula. Il giovane cessò immediatamente i suoi esperimenti, depose stilo e tavolette e salutò il maestro con riverenza. Eratocle rispose con un cenno di finta noncuranza.
- Ieri abbiamo dimostrato il teorema di Pitagora attraverso semplici manipolazioni di figure geometriche: senza mai usare i numeri - cominciò Eratocle. - Oggi aggiungeremo a quelle figure delle considerazioni numeriche e ti mostrerò come numeri e figure geometriche siano inestricabilmente interconnessi. Ti accorgerai che i numeri rappresentano l'essenza delle figure geometriche."
Vi lascio ricordando che l’edizione numero 46 del Carnevale della matematica sarà ospitata dai Rudi Matematici.

domenica, gennaio 08, 2012

Evento associazione Volare: Concerto Bel Canto

Il concerto organizzato da noi di Volare per sabato scorso è stato un successone.
Il programma era sufficientemente leggero. I musicisti sono stati bravi e hanno giocato con il pubblico. L'atmosfera era bella. E il pubblico di circa cinquanta persone si è divertito ricompensandoci generosamente.
È stato anche interessante chiacchierare con Antonio Arcuri (clarinetto) e Alessandro Vuono (pianoforte). I due insegnanti di musica di Cosenza hanno girato il mondo e continuano a girarlo con il loro Progetto Bel Canto.

Una forza del passato

"Io sono una forza del Passato.
Solo nella tradizione è il mio amore.
Vengo dai ruderi, dalle Chiese,
dalle pale d'altare, dai borghi
dimenticati sugli Appennini o le Prealpi,
dove sono vissuti i fratelli.
Giro per la Tuscolana come un pazzo,
per l'Appia come un cane senza padrone.
O guardo i crepuscoli, le mattine
su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo,
come i primi atti della Dopostoria,
cui io sussisto, per privilegio d'anagrafe,
dall'orlo estremo di qualche età
sepolta. Mostruoso è chi è nato
dalle viscere di una donna morta.
E io, feto adulto, mi aggiro
più moderno d'ogni moderno
a cercare i fratelli che non sono più"

Pier Paolo Pasolini

giovedì, gennaio 05, 2012

Uno squillo nella notte

Stanotte eravamo in otto in casa. E a sentire quello squillo di telefono sono stato solo io. Possibili interpretazioni:

Gli antibiotici combinati con vitamine, ballo di S. Vito e broccoletti hanno effetti allucinogeni ancora ignoti.
Sono quello con il sonno di lunga più leggero tra gli otto abitanti della casa le cui età vanno dai venti giorni ai settantatré anni.
Sono vittima di un complotto che coinvolge un numero variabile di persone compreso tra nove e tutti gli abitanti dell'Universo.

Che dite, sarà la uno, la due, la trè o una quattro a me ignota?
 In ogni caso, anche Zucchero si è svegliata pochi minuti dopo senza saper spiegare il perché. Dopo un po' ha acceso la luce, si è messa a leggere, l'ha spenta e si è riaddormentata verso le 4:30. A quel punto ho voluto provare la stessa tecnica e penso di essermi riaddormentato verso le 5:30. Ad ogni modo, domattina arriverà la befana per il duemezzenne ballodisanvitodipendante. Speriamo che la vecchia sia silenziosa... A meno che lo squillo non sia stato un preavviso...